Milano, Piazza Castello: i teli coprono gli scavi “archeologici” ?
Milano, Piazza Castello: i teli coprono gli scavi “archeologici”?
Ad aprile di quest’anno hanno scoperchiato con le ruspe il cimato Baluardo Albuquerque facente parte della Fortezza Reale, o Cittadella, che racchiudeva il Castello Visconteo-Sforzesco nel Rinascimento. Poi sono arrivati gli archeologi a spennellare e scopettare qualche superficie. Ovviamente, come in ogni scavo archeologico degno di questo nome, le strutture architettoniche e i reperti ancora in loco si coprono con teloni a fine giornata lavorativa. Quelli che rimangono… ovviamente.
Personalmente, avendo lavorato con gli Archeologi Inglesi, sono portato (seppure non dovrei) a fare qualche piccolo confronto. Pertanto lancio nell’etere i mei più vivi complimenti a taluni archeologi e -soprattutto- a coloro che li dirigono.
Per coprire le preziose strutture architettoniche a fine giornata, affinché le scarse intemperie e i più che cocenti raggi solari non le rovinino (aggravando i colpi di benna già inferti dalle ruspe), si sono ordinati degli speciali e pregiati teli da cantiere al famoso Sarto del Granduca.
Già nota da secoli in Europa, la Bottega del Sarto del Granduca è stata celebrata anche da Hansen Christian Andersen (1837) nella novella “Gli abiti nuovi del Granduca”.
Dal momento che Milano, perché negarlo, è una metropoli al passo con i tempi e la cultura europei, si è pensato di dare una impronta intelligente e moderna al cantiere archeologico. Si sono ordinate le famosissime Tele del Granduca affinché milanesi, turisti e sfaccendati potessero continuare ad ammirare le scoperchiate architetture rinascimentali anche a cantiere chiuso e con i teloni di protezione in opera.
Complimenti signori, state facendo tutti, nessuno escluso, un esemplare lavoro.
E la cittadinanza paga, anche per questo, 12 MILIONI di euro più IVA questo stratosferico et inimitabile (sperando rimanga inimitato) cantiere.
Gianluca Padovan