Milano: i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale

Dicembre 6, 2020 Off Di Archeologia del sottosuolo

Quanti rifugi antiaerei sono stati realizzati a Milano entro il temine della Seconda Guerra Mondiale? È difficile rispondere. Occorrerebbe prima effettuare una notevole opera d’indagine negli archivi non solo cittadini.
Una considerazione dell’ing. Secchi, stilata nel 1938, quindi un paio d’anni prima dell’ingresso dell’Italia in guerra, ci fornisce una prima indicazione: «La mia esposizione ha cercato di dare soprattutto l’idea di quanto è stato fatto nei diversi campi delle costruzioni milanesi, di questa Città che ritengo sia all’avanguardia delle costruzioni protettive private, perché sino ad oggi sono stati costruiti 450 ricoveri [sia pubblici, sia privati. N.d.A.] per una capienza complessiva di 17.000 persone. Poca cosa per una città di 1.200.000 abitanti, ma che in relazione all’apatia pressoché generale con cui viene considerata la costruzione dei ricoveri, è un sicuro indice di volontà e di aderenza alla realtà» (Secchi L.L., Alcuni tipi di ricovero antiaereo costruiti a Milano. Loro caratteristiche tecnico costruttive, Conferenza tenuta dal Dott. Ing. Luigi L. Secchi al corso di Urbanistica ed Edilizia Antiaerea per Ingegneri ed Architetti, svoltosi presso la R. Scuola di Ingegneria di Roma, dal 15 al 19 Novembre 1937-XVI, Estratto dagli “Atti dei sindacati provinciali fascisti ingegneri di Lombardia”, Febbraio, Industri Grafiche Italiane Stucchi, Milano 1938-XVI, p. 11).

Si consideri ora che nei successivi sette anni sono state realizzate numerose altre strutture protettive, tra cui alcune in calcestruzzo di cemento armato. Si può ipotizzare che a Milano si siano complessivamente realizzati almeno due migliaia di rifugi antiaerei di vario tipo. Secondo noi, solo al di sotto delle case d’epoca, oggi ne rimangono ancora da documentare alcune centinaia. Nell’archivio del Comune di Milano varie cartelle e faldoni parlano della costruzione dei rifugi antiaerei, della loro manutenzione e della loro dismissione a guerra finita.
Ad esempio, un fascicolo contiene i documenti inerenti l’elenco dei rifugi antiaerei ad uso pubblico approntati dal Comune nel 1940; ecco lo stralcio di uno dei vari documenti:

«Relazione sui ricoveri pubblici e sulle trincee coperte eseguite dal Comune. 5 ottobre 1940 – XVIII. In data 25 agosto scorso la Podesteria, d’intesa con la Prefettura, assegnava a questo Ufficio il compito di riordinare e sistemare i ricoveri antiaerei pubblici predisposti nel passato e di provvedere alla costruzione di parecchi altri nuovi rifugi nei cantinati degli edifici, dove già il pubblico si ricoverava in occasione di allarmi aerei. Per quell’epoca erano già stati attrezzati a ricovero anticrollo mediante armature in legname, 32 sotterranei in edifici pubblici ed adattati a ricovero, pure anticrollo, 20 sotterranei in fabbricati privati in corso di costruzione. In totale si disponeva allora di 52 ricoveri anticrollo. Inoltre 40 altri sotterranei di edifici pubblici erano stati sistemati a semplici rifugi antischeggie, con ripari alle aperture. Tra il 26 e il 31 agosto vennero discusse e definite con il Comitato Provinciale di Protezione Antiaerea le caratteristiche da darsi a tutti i ricoveri per quel che riguarda il puntellamento anticrollo, le difese antischeggie, il tramezzamento antisoffio, i servizi e l’arredamento. I lavori avevano inizio il 2 settembre scorso e venivano già ultimati il 15 dello stesso mese, secondo gli ordini ricevuti dalla Prefettura. Si elenca brevemente quanto venne eseguito nel breve periodo suddetto: Per 83 ricoveri e cioè per i 40 antischeggia precedenti e per i 43 di nuova richiesta vennero attuate importanti opere per il completo e razionale puntellamento anticrollo, le cui modalità venivano determinate a seconda della struttura del fabbricato. Per tutti i 135 ricoveri, comprendendo in questo numero anche i 52 precedentemente sistemati, venivano eseguiti notevoli lavori per suddividere i locali più ampi con pareti antisoffio, per la chiusura degli accessi superflui, per la schermatura delle finestre, per l’apertura di nuove uscite di sicurezza dove occorrevano, per la costruzione di gabinetti igienici, la formazione di impianti di acqua potabile e luce elettrica, la dotazione di cassette di pronto soccorso, di attrezzi (badili, picozze, mazze), di secchi e botticelle, di lanterne di sicurezza; il tutto ordinatamente disposti entro locali ed armadi nell’interno del ricovero. Ciascun ricovero veniva inoltre provvisto di un abbondante numero di panche, di cassoni di sabbia ed era segnalato all’interno ed all’esterno con parecchi cartelli indicatori. Inoltre, d’intesa con il Servizio Economale e con il Servizio della Nettezza Urbana, venivano preordinate ed organizzate la custodia e la pulizia dei locali destinati a rifugio, compilando allo scopo un apposito regolamento. Infine per ognuno dei 135 ricoveri venne compilata una scheda che oltre alla pianta contiene le principali caratteristiche del ricovero stesso. I lavori furono eseguiti a mezzo delle Imprese con le quali già erano stati stipulati appositi contratti nel giugno scorso, salvo per la Impresa Moretti che venne ora opportunamente aggiunta e che assunse i lavori alle stesse condizioni delle altre Ditte. Contemporaneamente si procedeva alla copertura di parecchie trincee aperte nel passato, opportunamente distribuite nelle varie zone della città secondo gli accordi presi col Comitato di Protezione Antiaerea; tali trincee coperte raggiungono ora la lunghezza di circa 2000 metri» (Atti del Comune di Milano N° 191260, 5 ottobre 1940-XVIII; in Archivio del Comune di Milano, Fascicolo n. 48 del 1944).