Milano 2014: viaggio nella città segreta
Sabato 18 gennaio 2014 a Palazzo Morando si è tenuta la conferenza curata da Massimo Rizzardini «I misteri di Milano. Viaggio nella città segreta». Il tutto è stato graziosamente presentato da Irene Falk. Oltre al curatore ha parlato Alfredo Bonfanti del Comune di Milano, con l’ottimo intervento sul rifugio antiaereo di Piazza Grandi. Personalmente ho trattato l’argomento che mi sta a cuore, la documentazione storica e scientifica delle opere ipogee milanesi.
Gianluca Padovan
«La sala conferenze era gremita, ma al di fuori una folla ancor più numerosa di quella assisa premeva per entrare. L’Organizzazione ha dovuto così “chietare gli animi” promettendo una replica. Nuovo appuntamento, dunque, a sabato 1 febbraio, sempre alle ore 15.0 a Palazzo Morando, in via Sant’Andrea n° 6. Si prega vivamente di consultare il sito web mostramilanotraledueguerre.com e di prenotare. Si coglie l’occasione per ricordare che presso lo storico palazzo milanese, sede del museo Costume Moda Immagine, vi è la bella mostra fotografica «Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei Navigli nelle fotografie di Arnaldo Chierichetti».
«Ma torniamo alla conferenza. Tanto per stare in tema con il titolo dell’evento, con la lievissima vena critica che in talune circostanze mi caratterizza, rendendomi ancor più simpatico del solito, ho esordito affermando che a Milano ci sono sostanzialmente due cose misteriose, ma senza aggiungere altro. Solamente in chiusura d’intervento, dopo la canonica carrellata d’immagini sulle cavità artificiali milanesi, ho svelato gli arcani. È un vero mistero come dopo più di un secolo di studi e di opere di divulgazione riguardanti il Castello di Porta Giovia (noto come “lo Sforzesco”), le persone si preoccupino quasi essenzialmente di sapere se esisteva il passaggio segreto tra la fortezza e la nota chiesa di Santa Maria alle Grazie. Ritengo invece più proficuo sapere come e quanto gli architetti e gli ingegneri medievali e rinascimentali abbiamo trasfuso le loro conoscenze nella realizzazione di quella che in Europa fu l’edificio militare e culturale meglio articolato. Il secondo arcano è presto detto: sempre nel Medioevo e nel Rinascimento il traffico lungo le vie d’acqua collegava Milano all’Adriatico, con un afflusso ingente di merci d’ogni genere. Come facevano, all’epoca, a mantenere puliti e in efficienza centinaia di canali e di rogge, quando oggi, a cavallo degli Shuttle e dell’Expo, i due superstiti Navigli sono delle discariche a cielo aperto? E questo senza contare che fino agli anni Cinquanta del XX secolo la Darsena di Milano è stata il quinto porto d’Italia! Oggi abbiamo la necessità di fare viaggiare un armadio o un bancale di barattoli di vernice a 90 km orari su gomma? Poi, ognuno, tragga serenamente le proprie conclusioni. Arrivederci al 1° febbraio. Gianluca Padovan (Ass.ne SCAM – FNCA)».