Leonardo da Vinci al Castello di Milano: dodicesima parte
FORTIFICAZIONI CIRCOLARI E GALLERIE SEGRETE SOTTERRANEE
Nell’ambito delle grandi opere Leonardo da Vinci tratteggia una fortezza circolare con tre fossati.
Il nucleo centrale ha il cortile su cui si apre il porticato, il corpo di fabbrica è articolato su tre piani rivolti all’interno e uno destinato verosimilmente alle casematte rivolto, invece, all’esterno.
La seconda cintura è articolata su due piani casamattati con feritoie, mentre un terzo piano rimane tra i due, ma provvisto di sole prese d’aria e luce.
La terza cintura presenta un piano casamattato, un secondo spostato verso la parte esterna e un ultimo inferiore; parrebbe inoltre dotata di una pronunciata falsabraga.
Il fossato esterno, molto profondo per rendere arduo l’utilizzo delle mine da parte dell’attaccante, è protetto esternamente da rivellini triangolari. I due fossati più interni sono decisamente meno profondi. Il sistema di comunicazione tra i tre corpi di fabbrica è garantito da una galleria sotterranea.
Il corpo mediano parrebbe connettersi alla galleria tramite una scala a chiocciola, come il Maestro la disegna, ad esempio, a proposito delle opere del Castello di Porta Giovia.
La copertura delle opere presenta le superfici sommitali esterne curvilinee, per quanto la terza potrebbe essere a doppio spiovente.
La risoluzione architettonica defilava la fortezza e le coperture deflettevano i colpi delle armi da fuoco avversarie. Anche in questo caso occorre rimarcare come Leonardo dia la possibilità di alloggiare le armi da fuoco in casamatta, dal momento che ogni corpo di fabbrica è dotato di copertura, quindi le protegge adeguatamente.
La risoluzione di questo tipo, assai costosa, non verrà sempre tenuta in considerazione nelle realizzazioni delle fortificazioni bastionate, dato che i pezzi erano generalmente in barbetta, ovvero all’aperto (Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 48 r.-a).
Gianluca Padovan (Ass.ne S.C.A.M. – F.N.C.A.)
In colore grigio è stata evidenziata la galleria sotterranea con i collegamenti agli ambienti principali (gialli) del primo e del terzo corpo di fabbrica, ma in quest’ultimo anche con un ambiente intermedio (verde); al centro la comunicazione con l’ambiente principale avviene attraverso una probabile scala a chiocciola (“scala di lumaca” come la chiama il Maestro, in rosso), mentre la comunicazione in colore grigio conduce a un ambiente superiore (verde) (Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 48 r.-a).