L’assordante silenzio della sirena
A Napoli la Sirena Partenope è sparita: l’hanno rimossa segandone il supporto. Si dice che l’abbiano fatto per collocarla in un museo da allestirsi in un prossimo futuro. Non è una sirena con la coda di pesce, ma una sirena utilizzata per l’allarme aereo nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Serviva ad allertare la popolazione civile avvisandola di correre nei rifugi.
Bella idea! Complimenti!
D’altra parte anche il David di Michelangelo l’hanno rimosso dallo storico piedistallo per ricoverarlo in un museo e questo già nella seconda metà dell’Ottocento. In ogni caso, al suo posto in Piazza della Signoria, a Firenze, oggi ne possiamo vedere una bella copia.
Seppure i paragoni possano essere talvolta antipatici, non posso sottacere come la Sirena in questione non sia un’opera d’arte, ma un simbolo a ricordo dei tragici bombardamenti diretti soprattutto contro la popolazione civile. A conti fatti conta più di un’opera d’arte perché ricorda un disastroso, e mai adeguatamente documentato e divulgato, periodo storico. Ricorda la guerra condotta contro la popolazione inerme.
La cosa più intelligente da farsi sarebbe stata restaurarla, ricollocarla al suo posto ed evidenziarla con un bel cartello. Si chiede troppo?
Troppo lasciarla al suo posto a ricordo del passato? Oppure tale passato non va ricordato perché ce ne stanno confezionando, in questo presente, uno analogo?
Intanto è sparita e questo è il solo dato di fatto. Fortunatamente Fulvio Salvi l’aveva individuata, fotografata e segnalata. Basterà questo ricordo per indurre la gente a chiederne la restituzione?
Gianluca Padovan