LA FORTIFICAZIONE “ALL’ITALIANA” (parte seconda)
Tratto da: Gianluca Padovan, Forse non tutti sanno che a Milano…, Newton Compton, Roma 2016.
… L’ottangolo “magico”
Se il quadrato inscritto nel cerchio fa parte della simbologia dualistica medievale, il cerchio, lo si sa, è una figura geometrica idealmente riprodotta seguendo la forma del sole e della luna, linea curva che non ha né inizio né fine, considerata perfetta già dai filosofi platonici e neoplatonici. Invece il quadrato «esprime l’orientamento dell’uomo nello spazio e nell’ambito vitale in base a una divisione del mondo in parti governate da custodi soprannaturali».
Per quanto concerne strettamente il sistema a pianta stellare ad angoli salienti e rientranti, contornato da un fossato allagato o asciutto che ne segue esternamente il perimetro, si può affermare che esso rivoluzioni totalmente l’architettura e l’ingegneria militari dal Rinascimento in avanti.
Tornando a noi, vediamo che Filarete colloca otto torri a pianta circolare sulle punte dei salienti, mentre al vertice di quelli rientranti ricava le porte d’accesso. Al centro delle difese vi è l’impianto urbano della città, perfettamente circolare. Attenzione: la distanza che intercorre tra l’interno del fossato, ovvero dalla scarpa, e l’interno dell’angolo rientrante, quindi internamente alle mura, determina una misura importante. Difatti tale misura è pari alla distanza che intercorre tra l’interno delle mura, sempre in corrispondenza dell’angolo rientrante, al perimetro esterno del cerchio racchiudente la città. E qui torniamo alla città circolare per eccellenza, ovvero quella primigenia.
Averulino descrive la Sforzinda situata nella valle “Inda”, la quale è attraversata dal fiume “Sforzindo”: «Le mura prima ottangulate saranno grosse braccia sei, e alte voglio che siano quattro volte quanto sono grosse. Le porte saranno negli angoli non retti; poi le strade si partiranno dalle porte e andranno tutte al centro. E quivi farò la piazza, la quale sarà per la lunghezza uno stadio, e pel largo sarà mezzo stadio. E intesta d’essa sarà la chiesa catedrale colle sue appartenenze. Dall’altra testa sarà la corte, cioè il palazzo signorile, e ancora altri palazzi appartenenti, come quello del podestà e quello del capitano, con tutte quelle cose che a loro s’appartiene. Sarà in mezzo della detta piazza una torre, fatta a mio modo, alta tanto che per essa si discernerà el paese. Poi faremo dall’un canto all’altro della piazza due altre piazze: cioè una per li mercatanti, l’altra per fare il mercato delle cose meccaniche, cioè delle cose che bisognano per vivere. E in su questa risponderà il palazzo del capitano, e in su l’altra risponderà quello del podestà».
Per quanto concerne l’approvvigionamento idrico vi sono i pozzi per attingere l’acqua di falda e tutte le torri hanno il proprio; inoltre dal saliente sud ovest, rettilinearmente, entra in città l’acquedotto su arcate. Possiamo qui ricordare che la città di Palma la Nuova, ovvero Palmanova, città stellare definita “perfetta”, è servita da un acquedotto sotterraneo che scavalca i fossati su arcatelle e alimenta la grande cisterna posta al centro della città, al di sotto della piazza.
Internamente alle mura la superficie non è piana, ma in leggera pendenza a salire verso il centro, cosicché l’acqua piovana possa defluire all’esterno attraverso appositi condotti fognari: «Le strade io intendo ancora che tutte abbino tanta pendenza che, partendosi l’acqua dalla piazza, tutta si scoli per infino alle porti»5. Ovviamente non mancheranno gli accorgimenti per vivere bene e godere della città, come i portici, e così pure i passaggi segreti e le architetture garanti di una eccellente difesa.
Progettando la città ad otto punte, o salienti, Averlino ottiene sedici tratti di cortina rientranti verso il corpo di piazza con un duplice vantaggio:
- a) non offre alcun tratto perfettamente frontale ad un eventuale fronte esterno d’assedio dotato d’armi da fuoco, come ad esempio lo offre una semplice figura quadrata, rettangolare, poligonale o circolare;
- b) ogni coppia di tratti di cortina si guarda e ha la possibilità di operare una reciproca difesa. Questo è il concetto innovativo di tale impianto.
Successivamente architetti e ingegneri militari proporranno, e in una certa misura faranno realizzare, una vasta gamma di bastioni (baluardi), variamente articolati, a difesa degli apici e delle cortine. Il tutto è completato dalle porte ricavate negli angoli rientranti, anticipando il concetto di porta incassata in una tenaglia, evoluzione della porta celta e di quella ricavata nella breve cortina posta tra due torri sporgenti, romana e medievale.