Indagini di Archeologia del Sottosuolo al Castello Baradello (Como)

Aprile 30, 2022 Off Di Archeologia del sottosuolo

Indagini di Archeologia del Sottosuolo al Castello Baradello (Como)

Maria Antonietta Breda (Politecnico di Milano – Federazione Nazionale Cavità Artificiali)

L’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano ha rilevato e studiato una delle tre cisterne del Castello Baradello, fortezza medievale collocata sulla sommità dell’omonimo colle, all’interno del Parco della Spina Verde in territorio di Como. Sulla sommità del Colle Baradello sono due le opere sicuramente individuate ad uso di cisterna durante gli scavi svolti tra il 1971 ed il 1978. Una è collocata tra il piede della Torre e la parete nord della prima cerchia muraria (oggetto dell’indagine), l’altra è situata all’angolo nord-ovest della seconda cerchia di mura. Entrambe le cisterne sono state riportate alla luce nel Gennaio del 1972 mediante l’asportazione della terra che le ricopriva. Ad esse si aggiunge un altro ambiente quadrato, anch’esso emerso nel 1972, adiacente alla chiesetta di S. Nicola, che l’architetto Luigi Belloni, allora direttore degli scavi archeologici, ha ipotizzato essere: «ciò che rimane di una costruzione rientrante nel complesso fortificato con precise funzioni e non una semplice cisterna per l’acqua» (Belloni L. 1980, p. 129). Tuttavia, la base pavimentata in pozzolana non ne esclude l’uso di cisterna.

Nello studio della cisterna, situata al piede della fortezza, lo S.C.A.M. ha affiancato il gruppo di professionisti incaricato del progetto di valorizzazione che riguarda i resti posti lungo i margini nord ed ovest dello spalto antistante la torre. Tale progetto, commissionato dal Parco della Spina Verde e rientrante in un progetto internazionale che comprende anche la valorizzazione del vicino Castello di Mesocco, è finalizzato al recupero e alla valorizzazione delle strutture attraverso interventi che consentano il loro consolidamento e la preservazione nel tempo per una loro migliore fruizione e conoscenza.

 

 

Gli studi pregressi

La cisterna che si trovava sepolta sotto un accumulo di terra è stata riportata alla luce negli anni Settanta. Così riporta Luigi Belloni a proposito di tale struttura: «A ridosso dello spigolo nord della primitiva cerchia murata si apre quella che noi abbiamo chiamato “cisterna voltata”. Si tratta di un ambiente completamente scavato in roccia e coperto con volta a botte a tutto sesto ed avente esternamente i lati di m. 5,74 x m. 3,88. Il pavimento di questo locale si trova a m. 2.65 sotto il piano d’appoggio esterno della torre romanica, l’altezza interna da pavimento all’intradosso della volta è di m. 4, mentre la struttura voltata fuoriesce anche dal piano di calpestio originario e l’estradosso della volta si trova a m. 1.85 al di sopra del piano di appoggio della torre. L’interno della cisterna è intonacato con un conglomerato di colore “rosa” del tipo “pozzolana” e vi si accede mediante un “passo d’uomo” aperto in volta. Il passaggio era chiuso da una pesante lastra in ferro ribaltabile alla quale è fissato un complicato meccanismo di chiusura databile al XVI secolo, prova questa che il locale fu usato fino alla distruzione del complesso fortificato» (Belloni L. M. 1980, pp. 111-112). Per quanto riguarda la datazione, il Belloni non avanza ipotesi se non che, vista la posizione, la cisterna fosse precedente alla torre. Ritiene infatti che proprio la sua posizione abbia condizionato la costruzione della torre stessa costringendola quasi a ridosso della parete sud delle mura.

L’indagine attuale

Per l’indagine di Archeologia del sottosuolo è stata posizionata e adeguatamente messa in sicurezza la corda per la discesa. Tramite il “passo d’uomo”, la cui chiusura è oggi costituita da una lastra di vetro con telaio metallico, lo speleologo si è calato nell’ambiente sotterraneo con impianto di illuminazione adeguato, strumenti per il rilievo (distanziometro laser, livella laser, filo, bindella e bussola) e macchina fotografica.

 Individuazione tipologica. La cisterna studiata è di tipo a camera singola. Questa tipologia ha le seguenti caratteristiche: «È il tipo più frequente e senza dubbio più noto, comprendente una vasta gamma di risoluzioni architettoniche. Nelle forme più semplici si hanno cisterne cilindriche, troncoconiche, a bottiglia, a damigiana, a tholos, o con forma irregolare, con molteplici varianti. Un tipo è chiamato “cisterna a bagnarola”: è rettangolare con i lati minori arrotondati ed è stata documentata presso l’insediamento di Tharros, in Sardegna. Identica forma la si riscontra in cisterne presenti nell’antica città di Cosa (Grosseto). Maggiori sono quelle a parallelepipedo, più o meno regolare, non foss’altro perché sono gli esempi che in maggior numero sono giunti fino a noi» (Padovan G. 2005, p. 27).

Caratteristiche dell’opera

Esterno. Dal terreno emerge la struttura della volta a botte che copre l’ambiente interrato di forma rettangolare. L’estradosso della botte è costituito da pietrame e ciottoli di pezzatura piccola e media uniti da malta. L’arco, nella parte terminale della volta, è maggiormente curato e costituito da lastre di pietra Il fronte é chiuso con una parete di ciottoli disposti irregolarmente e uniti da abbondante strato di legante. Dal confronto dello stato di fatto attuale con le immagini storiche non emergono particolari differenze. Leggeri strati di terra si sono insediati tra i ciottoli e si rileva la presenza di muschi e di vegetazione infestante soprattutto a ridosso della cinta muraria.

Interno.

La cisterna è composta di una camera parzialmente scavata nella roccia. Le pareti sono rivestite da pietrame e ciottoli. Un tempo esse erano a loro volta intonacate da uno strato di impermeabile che oggi, in alcune parti, é quasi completamente perso. Su tutte le pareti sono presenti buche pontaie e fori di diversi dimensioni. Il fondo è ricoperto da due strati: quello più profondo è più grossolano e composto da malta e pietrisco, quello superficiale è un impasto finissimo, color rosa salmone acceso, assimilabile al coccio pesto. Il pavimento, convergente verso il lato ovest è ricoperto da macerie, detriti, resti di attrezzi agricoli e due frammenti di macine litiche. Sulla parete sud si apre una finestrella, mentre sulla parete nord si apre un condotto, rivestito in cocciopesto color rosa chiaro, comunicante con la cinta muraria.

Stato di conservazione.

Lo stato di conservazione della struttura è buono da un punto di vista strutturale, mediocre per quanto riguarda lo strato superficiale impermeabilizzante. Il degrado più evidente è dato dalla sporcizia del fondo.

Interventi.

Gli interventi prevedono la pulizia del fondo e la manutenzione dei serramenti di chiusura (passo d’uomo e finestrella laterale) con l’eliminazione della ruggine dai telai, e la stesura di vernice protettiva All’esterno si prevede l’eliminazione della vegetazione infestante.

 

Bibliografia suggerita per l’approfondimento

Belloni L. M., Il Castello Baradello “zona A”, New Press, Como 1980.

Bianchi A., Lah E., Rampi R. (a cura di), Sentinelle di pietra. Castello Baradello e Castello di Mesocco, Infoarte Edizioni, Como 2007.

Basilico R., Breda M. A., Boschi G., Ferrario I. E., Padovan D, Padovan G., Verdiani A.,Gli antichi serbatoi idraulici, in Breda M. A., Ferrario I. E., Padovan G., I segreti di Triora. Il potere del luogo, le streghe e l’ombra del boia, Mursia, Milano 2010, pp. 152-195.

Breda M. A., Ferrario I. E., Padovan G., I segreti di Triora. Il potere del luogo, le streghe e l’ombra del boia, Mursia, Milano 2010.

Breda M. A., Padovan G., Triora fortificata, in Breda M. A., Ferrario I. E., Padovan G., I segreti di Triora. Il potere del luogo, le streghe e l’ombra del boia, Mursia, Milano 2010, pp. 196-231.

Cassi Ramelli A., Dalle caverne ai rifugi blindati. Trenta secoli di architettura militare, Nuova Accademia Editrice, Milano 1964.

Donghi D., Manuale dell’Architetto, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino 1923.

Marino A., Bernasconi G., La sentinella di pietra. Storia e leggenda del Castel Baradello, Edizioni Lario, Como 1977.

Padovan Gianluca (a cura di), Archeologia del sottosuolo. Lettura e studio delle cavità artificiali, British Archeological Reports, International Series 1416, Oxford 2005.

Padovan G., Archeologia del sottosuolo. Manuale per la conoscenza del mondo ipogeo, Mursia, Milano 2009.

Ravazzini G., Dizionario di Architettura, Ulrico Hoepli, Milano 1936.