I volumi
L’architettura militare si è sviluppata fin dagli albori della civiltà, non appena è maturata l’esigenza di proteggere le proprie abitazioni o i propri mezzi di sussistenza dall’insidia dei predatori, primo fra tutti il predatore per eccellenza, l’essere umano. E da subito è partita la lotta tra offesa e difesa, in una gara tra tecnologia e tecnica che, con l’avvento delle moderne artiglierie, sembrava persa per la difesa. I recenti avvenimenti bellici hanno dimostrato che la capacità di saper predisporre un sistema fortificato rimane un fattore decisivo per imporre all’avversario di combattere secondo i termini posti dal difensore, andando paradossalmente a mantenergli quell’iniziativa che sembrerebbe appannaggio dell’attaccante.
Proprio come l’architettura ha i suoi vocaboli, anche l’architettura militare ha i propri, dissimili e soprattutto più specifici termini, che è opportuno conoscere per potersi avvicinare alla materia o dominarla con sicurezza. Questo ricco patrimonio lessicale non va a maggior ragione dimenticato in quanto è anche la base della terminologia dell’Architettura civile.
Nei due volumi complementari che compongono l’opera, 1784 voci nel Dizionario e oltre ottocento tra disegni, incisioni, foto d’epoca e odierne, raccolte nell’Atlante iconografico, tracciano e illustrano il percorso dell’Architettura fortificata dalla preistoria al ventesimo secolo. Vengono trattate le opere provvisorie, semipermanenti e permanenti, costruite in legno, in terra, in muratura, metallo, calcestruzzo e cemento armato. Le architetture utilizzate nel passato si vedono riproposte nel tempo con mutati materiali, in diversi contesti, ma sempre analoghe nei concetti difensivi e offensivi di base.
Molte parole sono presenti nell’odierno Vocabolario della Lingua Italiana, ma tante altre sono scomparse o, in taluni casi, il significato è oggi mutato. Le illustrazioni contenute nell’Atlante servono, oltre a illustrare le voci contenute nel Dizionario, a spiegare le molte parole tecniche oramai cadute in disuso.
E chi ricorda il passato progetta il futuro eliminando gli “angoli morti”.
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