IL TROU DE TOUILLES IN VAL DI SUSA (PIEMONTE – ITALIA)
Sono lieto di annunciare che il libro “Il Trou de Touilles in Val di Susa, Piemonte, Italia” è uscito nella collana della Federazione Nazionale Cavità Artificiali “Hypogean Archaeology”, con il n° 1933 nella serie Internazionale dei B.A.R. (British Archaeological Reports). Gli Speleologi Roberto Basilico e Sara Bianchi hanno saputo rendere in modo esemplare tale studio, corredandolo anche con esperienze personali in Ladakh e in Perù.
Considero che la documentazione di questa opera idraulica alpina sia un lavoro unico nel suo genere: per le caratteristiche dell’opera studiata, per le difficoltà incontrate e sempre risolte, per l’impegno profuso con spirito di abnegazione innanzitutto dagli Speleologi dell’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano (S.C.A.M.). Si è lavorato dal febbraio 2001, data della prima ricognizione all’Acquedotto Colombano Romeàn, a questo marzo 2009, in cui i risultati sono stati posti definitivamente su carta. Tale lavoro deve servire a capire quello che gli uomini di quasi cinquecento anni fa hanno pensato, desiderato e realizzato.
Lo studio di un territorio prevede la comprensione del lavoro volto alla risoluzione dell’approvvigionamento idrico: l’acqua è indispensabile alla vita e se esistono fonti non interessate da circostanti antropizzazioni, non è possibile l’esistenza di un insediamento privo d’acqua. L’organizzazione delle risorse idriche dà la dimensione dell’ingegno e della tecnologia conosciuta ed applicata e le opere idrauliche presenti nelle Alpi sono la testimonianza di una vita quotidiana fondata sulla consapevolezza, sull’apprendimento, sui valori e le tradizioni.
Solo un lavoro costante, accorto ed accurato consente la vita nelle situazioni non immediatamente favorevoli agli stanziamenti. Questa vita è rimasta legata ad una terra alpina impervia, ma che ha fornito le opportunità di viverla a coloro i quali l’anno rispettata, compresa e coerentemente adattata alle proprie necessità primarie.
Un popolo senza storia, derubato della propria memoria, non è un popolo ma una massa globalizzata e priva di connotati e sulla quale graveranno parassiti d’ogni genere. Occorre impegnarsi per mantenere, per documentare, per rendere onore a chi ci ha preceduto vivendo consapevolmente la propria Terra.