Forte di Porta Tosa (prima parte)
Milano, Parco Vittorio Formentano. Ogni tanto qualcheduno salta fuori con la storia di un fantomatico forte bastionato fatto costruire dagli Austriaci dopo la Restaurazione, quindi successivamente al 1815. La qual cosa mi ha incuriosito e ho fatto una piccola ricerca. Innanzitutto si tratta di un grande forte rinascimentale, uno dei più grandi d’Italia.
Era una fortificazione bastionata di tutto rispetto: pianta quadrata di 155 metri circa di lato con quattro pronunciati baluardi angolari impostati quasi esattamente sulle direzioni NE – SE – SO – NO. Tanto per darvi un’idea della sua ampiezza posso dire che, fatti i debiti calcoli, misurava all’incirca 290 metri tra una punta di bastione e quella diagonalmente opposta. In dettaglio, tra la gola del bastione e la sua punta esterna vi erano, sempre all’incirca, 80 metri. All’interno si ergeva centralmente un corpo di fabbrica a pianta quadrata di 55 metri di lato. In una carta topografica della seconda metà dell’Ottocento questo corpo di fabbrica risulta provvisto di avancorpi eretti ognuno a metà dei lati. Esternamente il forte era protetto da un curioso fossato quadrilobato, più lungo che largo, conferendo al tutto una superficie di circa 340 x 315 metri. L’unico ingresso al forte era posto a nord, al centro della cortina, e avveniva attraverso un lungo ponte: tra il profilo esterno della cortina e la controscarpa del fossato la misura era maggiore rispetto al lato opposto. Ecco spiegato l’ingombro totale rettangolare e non già quadrato. La testa esterna del ponte era protetta ai lati da opere presumibilmente terrapienate a pianta vagamente ogivale.
Attorno alla controscarpa del fossato si sviluppava la fascia dello spalto larga mediamente una trentina di metri, portando il tutto ad un ingombro di circa 375 x 400 metri. Tanto per essere chiari, nelle fortificazioni soprattutto bastionate lo spalto è il terreno in lieve pendenza che partendo dalla controscarpa di un fossato si spinge all’esterno del corpo di piazza e la sua funzione era di proteggere questo defilandolo al tiro delle artiglierie avversarie; lungo il bordo interno alloggiava generalmente la strada coperta.
Il resto ve lo racconto nella prossima puntata.
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Avantitutta!
Gianluca Padovan