Castello di Milano: ringraziamenti, riflessioni e “adagi” popolari
Castello di Milano: ringraziamenti, riflessioni e “adagi” popolari.
Voglio innanzitutto ricordare e perennemente ringraziare Luigi Cassani, che fino alla fine degli Anni Ottanta è stato il Responsabile della Sicurezza del Castello di Milano. Senza di lui e il suo fermo aiuto non avremo affatto potuto studiare il Castello e i suoi sotterranei. E, tantomeno, stendere il rilievo planimetrico d’un chilometro e mezzo di ambienti. Con la sua imponente statura e la sua presenza eretta, pacata ma inflessibile, ha svolto un lavoro impeccabile che la Comunità milanese dovrebbe almeno ricordare.
Luigi Corbani, Assessore alla Cultura e Vice Sindaco di Milano, nel corso del suo mandato ha provveduto a dare “una ripulita” al Castello, innanzitutto vietando che le auto vi posteggiassero e vi transitassero, se non per eccezionali motivi. Conoscendo il valore del Castello ha fatto il possibile per ridargli dignità. Grazie! Purtroppo oggi è tornato ad essere un posteggio. Tra le varie cose che posso ricordare (e scrivere) eccone una curiosa: Corbani ci ridiede l’autorizzazione ad operare al Castello dopo che una delle varie “mezze figure” ce l’aveva tolta. Motivo della “sospensione”? Avevamo documentato un grande ambiente tre-quattrocentesco, facendo presente che versava in pessime condizioni in quanto riempito per metà di macerie e spazzatura. Oggi, a distanza di 33 anni, la situazione non è cambiata. La “Stanza del Metrò”, utilizzata anche durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio antiaereo ad uso pubblico, è ancora una vergognosa e putrida discarica abusiva. E siamo esattamente a 1,11 km (3.629,28 pd) dal portale del Duomo.
In buona sostanza, mi duole dirlo, per quanto concerne il panorama milanese composto da funzionari e politici, soprintendenza inclusa, al momento e dopo 40 anni di attività non ho alcun altro da ringraziare.
La Cultura Italiana è tale. Pertanto che la si smetta di prendere posizioni a tutela dei “beni culturali” per il solo ed esclusivo motivo di poter condurre la guerra alla posizione politica di uno o dell’altro, all’abbisogna. Perché poi lo si sa bene come va a finire: “passata la festa, gabbato il santo”.
Italiani? Decisi a difendere la Cultura Italiana e il suo patrimonio? Bene, dimostratelo!
“Réddite quae sunt Caésaris Caésari”, ovvero “dare a Cesare…. quanto gli spetta”. In buona sostanza, si deve riconoscere quanto è dovuto a taluni Italiani. Nello specifico, parlando dello stato indecente in cui versano il Castello, la sua Ghirlanda e Piazza Castello, voglio ricordare che talune persone non sono equiparabili alle mezze figure che nei decenni si sono avvicendate nelle istituzioni e nella politica partitica milanese e lombarda. E non c’entra se avessero idee e/o posizioni politiche dell’una o dell’altra parte.
Pertanto…
Cari Cittadini, cari Italiani, se non volete essere spazzati via dall’ambito della cultura mondiale dovete rimboccarvi le maniche e darvi da fare. “Aiutati che il Ciel t’aiuta”, recita un adagio popolare.
Avantitutta!
Gianluca Padovan