Castello di Milano: dall’Uomo Vitruviano all’ominide incivile (ottava puntata)
Come si è già avuto modo di ricordare sui “social”, quest’anno ricorrono i cinquecento anni dalla prima pubblicazione in lingua italiana del De Architectura di Marco Vitruvio Pollione.
L’artefice della traduzione, del commento e dell’apparato iconografico è stato Cesare Cesariano, architetto e ingegnere ducale. Questo brillante ingegno ha lavorato anche al Duomo di Milano e al Castello. Pochi però ricordano la famosa Opera a Tenaglia di Cesare Cesariano.
Se decoroso è sinonimo di dignitoso e se in architettura il decoro è l’armoniosa proporzione tra forma e contenuto, come già Vitruvio e Cesariano ci rammentano, come potremo noi interpretare ciò che oggidì adorna il Castrum Portae Jovis, ovvero il Castello Visconteo – Sforzesco?
Inoltre, i gatti sono amorevolmente curati (ma non da tutti): occorre che il Comune di Milano o chi per esso provveda a mantenere pulite le loro “casette”. E non che anche questo ricada sulle spalle dei volontari.
Felici meditazioni.
Se poi si trova anche una risoluzione, direi che non sarebbe male.
Gianluca Padovan