I pinocchi della speleologia lombarda
I pinocchi della speleologia lombarda
Gli ultimi avvenimenti speleologici lombardi pare abbiano acceso i riflettori, ma direi più opportunamente delle semplici torce elettriche, su taluni avvenimenti. E non mi sto riferendo all’incidente occorso alla speleologa, il quale accadimento ha mostrato nel retroscena l’incapacità di taluni “battitori delle dita sui tasti della tastiera” di non essere capaci nemmeno di imbastire un “pezzo” non dico serio, ma perlomeno credibile, sui fatti di cronaca.
Dissapori & “dissaporatori”
Mi riferisco, invece, ai dissapori montati come panna contro l’attività di taluni Speleologi.
I “dissaporatori” chi sono? Si firmano come “seicento” o giù di li ed emuli della nota “Carica di Balaclava” vanno dritti verso il suicidio… ma in questo frangente della verità.
Dove sta la differenza? Volenti o nolenti i seicento cavalleggeri ottocenteschi hanno scritto una pagina di Storia, mentre questi “nostrani ciambelloni” hanno scritto delle bugie. La prima di tutte sta nel numero: non vi sono seicento Speleologi nemmeno in tutta Italia. Difatti, perché negarlo, la Speleologia Italiana soffre di un consistente ricambio generazionale. Ma come tutte le altre attività scientifico-sportive, d’altro canto.
La tessera per il bar
Certo che, se contiamo anche chi ha la tessera e la usa per pulire il bancone del bar prima di appoggiarvisi per consumare bianchini & anacardi, chi la sventola per imbonire i “battitori delle dita sui tasti della tastiera”, chi la esibisce per acquistare al negozio sportivo il “reggipanza in kevlar” e via su quest’onda, allora, magari, ai millantati più di seicento ci arriviamo benino.
Comunque, tanto per non stare a rimestare più a lungo nel minestrone, l’incidente alla figliola (alla quale auguriamo una prontissima guarigione e un sereno 2025) ha dato modo anche a taluni dei “nostrani ciambelloni” di raccontare mirabolanti scoperte passate e inusitati studi su alcune grotte bresciane e bergamasche.
BUENO FONTENO
Come concludere? Seraficamente piazzo in coda a questo mio “pezzo di colore”, all’acido citrico (ovvero al succo di limone), un bel lavoro di Pozzo & Company su «Come Si Fa Speleologia!». Oggetto del lavoro? BUENO FONTENO, naturalmente!
Il resto sono solo chiacchiere, o meglio bugie. E questo perché oramai li conosciamo bene, questi “dissaporatori”, che da tempo si agitano nella loro stessa invidia e nulla più.
Avantitutta!
Gianluca Padovan
