Milano 2026: tra Olimpiadi e Cultura.
Milano 2026: tra Olimpiadi e Cultura. Le prime saranno senz’altro presenti a Milano e in Italia. Ma la seconda?
- Leggo sul sito web dedicato all’evento olimpico tanto atteso: «L’Olimpiade culturale di Milano» e «L’incontro con il fotografo leggendario americano Jim Herrington a “Una Montagna di Libri” ha aperto il percorso di eventi e iniziative culturali in vista dei Giochi 2026» (https://milanocortina2026.olympics.com/it/).
Milano che fa?
Un evento culturale da preparare è il disseppellimento del così detto “rivellino leonardesco” del Castello di Porta Giovia a Milano. Giace semi interrato da più di due secoli. E la prima domanda da porsi non è se lo abbia o meno progettato Leonardo, bensì che cosa ci faccia un’architettura, che ha mezzo millennio di storia da raccontare a cittadini e turisti, nello stato d’abbandono e nel cuore della metropoli. Ma non è l’unico. Il principale e verosimilmente più grande rivellino giace ancora interrato e dalla parte opposta. È stato ingrandito e adeguato all’uso delle artiglierie seguendo i progetti di Leonardo da Vinci, come talune incisioni del XVI secolo lascerebbero supporre?
Il disegno del Castello, effettuato da Davide Padovan, è uno tra i più copiati tanto sul web quanto nei testi scientifici: generalmente non se ne cita la fonte e l’Autore.
Il Castello di Milano è un’opera unica al Mondo per le sue caratteristiche di “architettura difensiva” e come polo culturale del Medioevo e del Rinascimento italiani. Le raffigurazioni di epoca medievale della sontuosa fortezza ad oggi note sono solo quelle che ha tracciato e commentato Leonardo da Vinci e che nel libro “Leonardo disegna il Castello Sforzesco” sono riprodotte e confrontate con l’attuale stato di fatto. Il Maestro ha disegnato la pianta, le sezioni, i torrioni e i rivellini suggerendo quali migliorie apportare. Ha studiato la cinta esterna chiamandola “Ghirlanda” e la sua galleria di controscarpa che definisce “strada segreta di dentro”: ad oggi non si conosce un’opera medievale analoga. Difatti si articola nell’incredibile sviluppo di 507 metri in galleria con più di cento feritoie, da cui si dipartono ben tredici gallerie note a servizio delle casematte e dei canali idraulici sotterranei segreti. In questo lavoro si comparano i disegni di Leonardo da Vinci con quanto individuato e documentato dagli Speleologi dell’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano dal 1988 ad oggi. E le ultime foto sono proprio del 24 gennaio 2024, scattate nei sotterranei “che non dovrebbero esserci”.
Collana: Milano Sotterranea – Editrice SCAMP
Stampa: AMAZON
Titolo: Leonardo disegna il Castello Sforzesco
Autore: Gianluca Padovan
Pagine: 170
Immagini in b/n: 206
Copertina: flessibile
Formato: 17×24 versione bianco e nero