8. Storia e architettura difensiva a Milano
Storia e architettura difensiva a Milano
Tratto da: Gianluca Padovan & Ippolito Ferrario, Alla scoperta di Milano Sotterranea, Newton Compton Editori, Roma 2018.
Storia e architettura difensiva a Milano
Prima entrare nel vivo dell’argomento sulle opere bastionate milanesi occorre aprire una parentesi storica e architettonica. Nel 1535 si estingue la casata sforzesca con la morte di Francesco ii Sforza, figlio legittimo dell’ultimo duca di Milano, Lodovico i detto “il Moro”. Seppure, ricorda Alessandro Visconti, qualcheduno ancora rimanesse: «Un figlio naturale di Ludovico il Moro, Giovanni Paolo marchese di Caravaggio avrebbe potuto prendere il governo, se avesse avuto l’appoggio dichiarato del popolo e dei patrizi; cosa che questi non osarono fare. Di modo che lo Sforza – che pure avrebbe avuto alla fine anche l’approvazione di Carlo v – si trovò isolato e dovette uscire di Stato per mendicare la protezione dell’imperatore e del papa. Nel passar gli Appennini fu preso – come dice il Verri – da un velenoso influsso che gli tolse la vita. Contemporaneamente la nobiltà milanese aveva mandato una supplica all’imperatore Carlo v, perché prendesse possesso del ducato». Ad ogni modo il Ducato permane stabilmente sotto la corona di Spagna e si pensa di rendere più sicura la capitale con la costruzione di una cinta bastionata esterna al giro delle mura medievali, oramai un po’ malandate e sicuramente inadatte a reggere i colpi d’artiglieria. Si può ricordare che un tratto di queste antiche mura è visibile in via San Damiano ed è costituito da conci di pietra disposti in corsi irregolari, sopralzato da un ben più recente muro di mattoni. E poi, dove oggi passa il nastro d’asfalto, fino a non molte decine d’anni fa esisteva la Fossa interna del Naviglio, ovvero il fossato difensivo con acqua corrente.