7. Le casematte nella Fortificazione all’Italiana
Le casematte nella Fortificazione all’Italiana
Tratto da: Gianluca Padovan & Ippolito Ferrario, Alla scoperta di Milano Sotterranea, Newton Compton Editori, Roma 2018.
Le casematte nella Fortificazione all’Italiana
Nella fortificazione “all’italiana” le casematte sono le postazioni d’artiglieria al coperto, generalmente “alla prova di bomba”, alloggiate nei fianchi dei bastioni. Particolari casematte sono anche destinate alla difesa del fossato e vengono situate al piede della scarpa delle opere bastionate oppure nella controscarpa, assumendo nomi specifici a seconda tanto della collocazione quanto dell’articolazione.
In buona sostanza, uno dei requisiti che una fortificazione deve possedere è la capacità di permettere alla guarnigione di combattere il più possibile protetta e, in particolare, le artiglierie e i loro serventi vanno salvaguardati dal fuoco di controbatteria avversario. Durante il xvii e xviii secolo l’utilizzo dei mortai e delle nuove tecniche di bombardamento “a richochet” (a rimbalzo), sperimentate per la prima volta da Vauban nell’assedio della città di Ath in Belgio (XVIII sec.), fanno sentire ancor più la necessità di dotare le opere difensive di locali a prova di bomba, ossia impenetrabili ai colpi dell’artiglieria avversaria.
Successivamente alla caduta in disuso della fortificazione a fronte bastionato, si definisce casamatta l’alloggiamento corazzato di un cannone, ma pure qualsiasi opera costruita a prova di bomba, anche con sole feritoie per armi leggere, o destinata anche ad alloggio o magazzino. In epoca moderna la varietà delle casematte è assai articolata e comprende numerosi tipi di fortificazione, costruite quasi ovunque e in ogni continente.