5. La caduta nell’oblio delle opere difensive bastionate
La caduta nell’oblio delle opere difensive bastionate
Tratto da: Gianluca Padovan & Ippolito Ferrario, Alla scoperta di Milano Sotterranea, Newton Compton Editori, Roma 2018.
La caduta nell’oblio delle opere difensive bastionate
La demolizione delle fortificazioni a seguito di trattati militari, nonché determinati dall’espansione urbana se ubicati in città, fanno sì che nella maggior parte dei casi vengano “cancellate” o fortemente ridimensionate a partire dal xix secolo. Eppure sovente queste opere scomparse dal soprasuolo sono ancora ben presenti nel sottosuolo perché solo “cimate” e non demolite integralmente, come si ripeterà anche più avanti: sono le parti che rimanevano al di sotto della “quota di campagna”, con i loro sistemi di collegamento in galleria e le opere di contromina.
Ad esempio, nella fortezza di Verrua Savoia (Torino) si sono potuti studiare una lunga galleria di collegamento tra opere bastionate e un sistema di contromina, costituito da tre cunicoli convergenti in un unico ramo. Altre opere, sostanzialmente integre, seppure parzialmente interrate, le abbiamo nel Forte San Vittorio di Tortona e nel Forte di Demonte in Valle Stura, dove in quest’ultimo si è scoperto ancora integro il sistema di contromina e la galleria di deflusso del fossato antistanti il Bastione di Sant’Ignazio. Si tenga conto che le due fortificazioni sabaude sono state demolite, ma non cancellate, nel senso che sotto le macerie le strutture sono tranquillamente recuperabili, seppure non nella loro originaria altezza. Un eclatante esempio di recupero tanto delle opere rimaste “seppellite” dall’urbanizzazione, quanto di quelle esplicitamente ipogee, ci viene da Torino. Con una encomiabile e “ciclopica” opera di sterro, ovvero di rimozione del materiale che le intasava, sono stati riportati “alla luce” chilometri di gallerie facenti parte della formidabile Cittadella, di cui in superficie rimane il solo Mastio e poco altro. Le opere sotterranee, tra cui la galleria dove morì il famoso Pietro Micca, sono visitabili e costituendo una innegabile attrazione turistica nonché la possibilità di studio da parte dei cultori delle architetture difensive.