Leonardo da Vinci al Castello di Milano: seconda parte
LETTERA A LUDOVICO IL MORO
Con questa lettera, collocata cronologicamente all’incirca al 1483, Leonardo da Vinci si presenta al Ludovico Sforza detto “il Moro”:
«Havendo, Signor mio Illustrissimo, visto e considerato oramai ad sufficienza le prove di tutti quelli che si reputano maestri e compositori de instrumenti bellici, e che le invenzione e operazione di dicti instrumenti non sono niente aliene dal comune uso, mi exforzerò, non derogando a nessuno altro, farmi intender da vostra excellenzia, aprendo a quella li secreti miei, e appresso offerendoli ad ogni suo piacimento, in tempi opportuni operare con effecto circa tutte quelle cose, che sub brevità in parte saranno qui disotto notate
(e ancora in molte più, secondo le occurrenzie de’ diversi casi).
1 Ho modi de ponti leggerissimi e forti, e atti a portare facilissimamente, e con quelli seguire, e alcuna volta (secondo le occurrenzie) fuggire li inimici, e altri securi e inoffensibili da foco e battaglia, facili e commodi da levare e ponere, E modi de ardere e disfare quelli de l’inimico.
2 So in la obsidione de una terra toglier via l’acqua de’ fossi, e fare infiniti ponti, gatti, e scale, e altri instrumenti pertinenti ad dicta expedizione.
3 Item, se per altezza de argine o per fortezza di loco e di sito, non si potesse in la obsidione de una terra usare l’officio de le bombarde, ho modi di ruinare omni (forte) rocca o altra fortezza se già non fusse fondata in su el saxo.
4 Ho ancora modi de bombarde comodissime e facile a portare, e con quelle buttare minuta (sassi a di similitudine quasi di) tempesta; e con el fumo di quella dando grande spavento all’inimico, con grave suo danno e confusione.
5 Item, ho modi per cave e vie secrete e distorte, facte senza alcuno strepito per venire (ad uno certo) e disegnato, ancora che bisognasse passare sotto fossi o alcuno fiume.
6 Item, farò carri coperti, securi e inoffensibili, e quali intrando intra (in) li inimici con sue artiglierie, non è sì (grossa) grande multitudine di gente d’arme che non rompessino. E dietro a questi poteranno seguire fanterie assai illese e senza alcuno impedimento.
7 Item, occurrendo di bisogno farò bombarde, mortari e passavolanti di bellissime e utili forme, fora del comune uso.
8 Dove mancassi la operazione de le bombarde, componerò briccole, mangani, trabucchi, e altri instrumenti di mirabile efficacia e fora dell’usato; e, in somma, secondo la varietà de’ casi, componerò varie e infinite cose da offender e di(fendere).
9 E quando accadesse essere in mare, ho modi de molti instrumenti actissimi da offender e defender e navili che faranno resistenzia al trarre de omni grossissima bombarda, e polvere e fumi.
10 In tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone de onni altro in architectura, in composizione di edifici e pubblici e privati, e in conducer acqua da un loco ad un altro (acto ad offender e difender).
Item, conducerò in sculptura di marmore, di bronzo, e di terra similiter in pictura, ciò che si possa fare a paragone de onni altro, e sia che vole.
Ancora si poterà dare opera al cavallo di bronzo che sarà gloria immortale e eterno onore de la felice memoria del Signor vostro patre e de la inclita casa Sforzesca. E se alcuna de le sopra dicte cose ha alcuno paresse impossibile e infactibile, me offero paratissimo a farne experimento in el parco vostro, o in qual loco piacerà a vostr’Excellenzia, a la quale, umilmente quanto più posso, me recomando».
(SEGUE)
Gianluca Padovan (Ass.ne S.C.A.M. – F.N.C.A.)