Dolina al Castello di Milano
Sarà causa delle recenti e consistenti piogge?
Sarà che il tempo tende ad “assestare” ogni cosa?
Sia come sia, nel fossato del Castello di Milano, accanto al Rivellino di Porta Vercellina, si è aperta una piccola dolina.
Come la si chiuderà? Speriamo semplicemente con terra e non con una bella “colatona” di calcestruzzo. Come si è “usi” fare!
Con occhio speleologico (e una certa dose d’ironia) possiamo dire che si tratti di una “dolina di sprofondamento”.
Già, ma che cosa è sprofondato?
Nulla di allarmante. E facciamo un passo indietro per capire di che cosa si stia parlando.
Il Rivellino di Porta Vercellina è una straordinaria opera medievale, unica nel suo genere almeno nel panorama lombardo, a servizio del Castrum Portae Jovis, ovvero del Castello di Milano. Per inciso, oggi si tratta dell’unico rivellino integro del Castello.
Tale rivellino è dotato, alla base, di una galleria “passante” in mattoni, con volta a tutto sesto, i cui accessi sono rinforzati da arcate di conci.
Lungo il lato nord-ovest il riempimento del fossato del Castello non ha occluso completamente l’accesso alla galleria (come ben dimostra la foto a corredo), mentre sul lato opposto l’ingresso è stato interrato. Ed è proprio l’interro ad avere “ceduto”, nel senso che assecondando la forza di gravità la terra è fluita all’interno della galleria, lasciando in superficie la dolina.
Vi sareste mai aspettati di scoprire che le gallerie “segrete” del Castello di Milano innanzitutto non siano così segrete come leggende e “chiacchieroni di turno” vogliono fare credere?
In secondo luogo sono tutt’altro che “misteriose”: facevano innanzitutto e soprattutto parte integrante del complesso sistema difensivo della “macchina da guerra” medievale di Milano. Opera ampiamente studiata da Leonardo da Vinci e che ad oggi non è affatto considerata per quello che in realtà è stata.
Per ulteriori informazioni e, soprattutto per capire come fosse articolato questo rivellino, si può consultare il recente lavoro: Castrum Portae Jovis Mediolani.
Buona lettura.
Gianluca Padovan