USCITA DI SOCCORSO: i rifugi antiaerei di Milano
La maggior parte dei rifugi antiaerei di Milano era costituita dalle cantine con le volte rinforzate da centinature lignee. I rifugi (o ricoveri) così approntati dovevano resistere al crollo del soprastante edificio, qualora esso fosse stato colpito da una bomba. Non erano quindi «rifugi alla prova», ovvero a prova di bomba, ma nemmeno rifugi antigas. Alla data del 1940 il Comune di Milano aveva approntato poco più di cento rifugi antiaerei pubblici, quasi tutti ricavati da sotterranei o locali seminterrati già esistenti.
Oggi, ad indicare sia i rifugi antiaerei pubblici, sia quelli privati, rimangono le scritte d’epoca sui muri delle case che videro la guerra. Ma perché scrivere sui muri? Per indicare l’ubicazione dei rifugi, le loro uscite di soccorso o di sicurezza e dove si trovassero gli idranti in caso d’incendio.
Uscite di soccorso. I rifugi antiaerei ricavati nei locali sotterranei degli edifici erano chiaramente raggiungibili tramite le scale che vi scendevano. Qualora l’edificio fosse stato bombardato era più che possibile che il vano-scala che conduceva al di sotto potesse rimanere impraticabile a causa delle macerie. Occorreva quindi dotare i rifugi di uscite secondarie sfruttando, ad esempio, i lucernai già esistenti, oppure ricavandole ex novo. Tali uscite le si sarebbe poi fornite di scala generalmente in legno e rinforzi sia interni sia esterni. Erano generalmente chiamate «uscite di soccorso», meno usualmente «uscite di sicurezza», lasciando quest’ultima denominazione ai rifugi dotati di criteri antibomba e antigas. Ma il punto cruciale era come individuare gli accessi e le uscite dei rifugi tra fiamme e macerie. Oltre ad avere le piante dei quartieri e degli isolati con indicata l’ubicazione di ogni rifugio, le squadre di soccorso dovevano poter capire dove scavare, tra le macerie, per liberare dal sottosuolo eventuali ricoverati. Ecco l’idea di dipingere sui muri le frecce e le lettere U.S., ovvero «uscita di soccorso».
Piazzale di Porta Lodovica. A Milano, in Piazzale di Porta Lodovica, vi è un grande palazzo del 1901 il quale conserva sulle sue facciate un interessante campionario di scritte d’epoca. Osservatele con attenzione e vedrete alcune scritte sovrapposte al altre. E, poi, fotografatele! Ma non imbrattatele, perché anche questa è la Storia del Popolo.
Buona indagine e… non imbrattate i muri!
Gianluca Padovan (Ass.ne SCAM – FNCA)