ARCHEOLOGIA MINERARIA: note metodologiche. Settima parte
- Tecnica mineraria
Le operazioni che precedono l’impianto di una miniera prevedono lo studio geologico dell’area, in superficie e nel sottosuolo, nonché la comprensione dell’estensione del giacimento, la potenza e la giacitura degli strati di minerale e la convenienza economica del suo sfruttamento.
Per lungo tempo si conducono scavi semplicemente “a seguire il filone”. Successivamente si dà luogo a opere di ricerca, anche mediante trincee a giorno, e si eseguono i lavori di tracciamento delle gallerie raggiungendo il giacimento e seguendolo con gallerie di direzione, che lo dividono in livelli (zone orizzontali), aprendo le comunicazioni tra i livelli mediante pozzi o altre gallerie (discenderie, rimonte, etc.).
I lavori preliminari sono importanti perché successivamente determinano un buon sfruttamento del giacimento, un agevole abbattimento del minerale e il suo trasporto, nonché la sicurezza dei minatori.
Il materiale estratto è costituito da minerale utile in associazione a materiale non utile detto ganga o sterile. Lo sterile può essere stoccato nei vuoti che via via si vengono a creare e per approntare sostegni.
La coltivazione avviene con diversi metodi determinati dalle condizioni geologiche, dal tipo di minerale, dal tipo di roccia incassante e dal tipo di “tetto”.
L’eduzione delle acque riveste un carattere importante per lo svolgimento delle operazioni.
Le gallerie e i pozzi vengono solitamente armati in legno, in muratura, in conglomerato cementizio, e in tempi recenti anche mediante centine metalliche.
I mezzi di abbattimento dipendono dalla durezza, dalla compattezza e dalla tenacità della roccia.
Il trasporto del minerale e dello sterile avviene a seconda della struttura dell’impianto minerario e del livello tecnologico applicato [Padovan 2005 a, pp. 75].