4. NAPOLI TRA SOPRA E SOTTO
L’isola dell’uovo cosmico
Il vento spazza la costa e Castel dell’Ovo si staglia color oro tra mare e cielo blu striati di bianco.
Nel 1128 è citato come “arx sancti Salvatoris” e successivamente “Salvatore a mare”; oggi si presenta come un complesso di architetture difensive sommatesi nel corso del tempo, dove i connotati tipicamente medievali sono rimasti parzialmente cancellati.
Anch’esso ricavato in parte nella matrice rocciosa, seppure in misura minore rispetto a Castel Sant’Elmo, presenta numerose opere scavate nel tufo.
È stato sede «del tesoro regio (che aveva avuto sotto gli Svevi) e vi si stabilirono altri “uffizi” connessi alla vita della corte» (Lucio Santoro, Castelli angioini e aragonesi nel Regno di Napoli, Rusconi Editore, Milano 1982, p. 64).
È uno splendido esempio di architettura fortificata e meriterebbe una più accurata valorizzazione. Sarebbe interessante esaminare il fondale circostante l’opera per individuare resti d’impianti difensivi antichi.
G.P.